A CHI SI OCCUPA DI PULIZIA NEGLI AMBIENTI SANITARI VIENE RICHIESTA ANCORA PIÙ PROFESSIONALITÀ E CONOSCENZA DEI RISCHI LAVORATIVI.

Gli addetti alle pulizie in ogni luogo di lavoro devono essere in grado di svolgere il loro lavoro con efficienza: questo significa conoscere ciò che vanno a fare, i luoghi e le superfici da pulire, gli strumenti più adatti e come usarli correttamente. Tanto più è importante in ambienti dove la salute è il ‘core business’ aziendale. La salute dei pazienti e quella degli operatori. Che il lavoro di pulizia sia svolto internamente o in outsourcing il fattore essenziale è la conoscenza professionale qualificata, idonea ai compiti da attuare salvaguardando la salute degli altri e di se stessi. Trattare della salute del personale e sanitario e dei pazienti non è il tema di questo articolo, ci occuperemo invece della valutazione dei rischi e delle più frequenti cause di infortunio relative agli addetti alle pulizie.

Un argomento importante, anche perché la maggior parte degli addetti alle pulizie sono donne, assunte con un contratto a tempo parziale, e una quota significativa proviene da minoranze etniche (e i problemi di turnover e di formazione del personale sono sempre in primo piano). Come conferma l’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro (OSHA) che vi dedica molta attenzione: abbiamo tracciato una sintesi dal materiale raccolto a questo proposito.

 

Gli strumenti di lavoro

Sembra banale ma non lo è: l’improprio o incauto utilizzo di macchine e attrezzature di lavoro (un’ampia gamma che va da scope, spazzole, secchi, stracci, scalette, scale, a monospazzole, pulitori a vapore, lavasciugapavimenti, aspirapolvere e aspiraliquidi) può costituire uno dei primi rischi lavorativi per chi si occupa di pulizia. Vediamo più nel dettaglio i rischi che si corrono se questi strumenti sono usati male e le indesiderate conseguenze. Prendiamo in considerazione per primi gli attrezzi più semplici: quali insidie possono nascondersi in oggetti semplici come spazzoloni, secchi, mop e wiper? Una posizione scorretta nel lavare manualmente un pavimento con asta, telaio e mop porta a disturbi della postura (e quindi dell’apparato muscoloscheletrico) che si possono tradurre in malattie professionali e poi in assenteismo: per esempio, si deve considerare l’altezza di un attrezzo o di una macchina in rapporto all’altezza dell’operatore, per evitare posizioni che affaticano, portano disturbi alla salute e diminuiscono ‘efficienza lavorativa. Non dimentichiamo che i movimenti ripetitivi – anche corretti – rappresentano uno stress per le articolazioni e dovrebbero essere tenuti in debito conto. Inoltre, la possibilità di scivoloni e cadute si presenta molto di frequente (salire su scale e scalette richiede molta attenzione, così come la richiedono i movimenti che si eseguono quando si è in equilibrio su queste), insieme all’inalazione di polveri durante lo spazzamento e al di rischio chimico per i prodotti che non vengono utilizzati con le dovute precauzioni. Anche trasportare attrezzature pesanti e scomode può caricare eccessivamente la colonna vertebrale.

L’utilizzo delle macchine

Se è vero che le macchine sono costruite per essere un aiuto per l’operatore, possono però rappresentare altrettante fonti di pericolo se non usate nella maniera giusta. Intanto, per ogni macchina che funziona a corrente elettrica sussiste il rischio della elettrocuzione, sia per scarsa manutenzione delle parti (cavi non isolati correttamente), sia per movimenti sbagliati: estrarre le spine fuori dalla presa tirando il filo, toccare parti elettriche con le mani bagnate… Ogni macchina, poi, per le sue caratteristiche può rappresentare un diverso tipo di rischio. Quando per esempio si usa la lavasciuga, se la fase dell’asciugatura non avviene in tempi molto brevi c’è il rischio di cadute o scivoloni, così come per monopazzole o lucidatrici la continua vibrazione può portare a seri disturbi, mentre nell’usare l’aspirapolvere bisogna stare attenti al cavo flessibile che, se non posizionato correttamente (sempre dietro l’operatore) costituisce rischio di inciampo. Nello svuotamento dell’aspirapolvere bisogna anche prestare attenzione all’inalazione della polvere. E attenzione poi anche al pericolo di ustioni nell’usare le macchine a vapore. Ogni macchina produce rumore: anche questo è fonte di danno lavorativo; oggi molti produttori sono impegnati nel ridurre le emissioni acustiche, tanto più in macchine che devono essere utilizzate in ambienti ospedalieri. La regolare manutenzione della macchina è alla base del suo corretto funzionamento, ma va anche a incidere sulla possibilità di creare disturbi alla salute dell’operatore (per esempio, parti usurate possono portare a vibrazioni eccessive).

 

I principali danni alla salute

Gli studi condotti hanno mostrato che i disturbi muscoloscheletrici (DMS) sono la principale causa di assenza dal lavoro tra gli addetti alle pulizie. Il lavoro di pulizia è fisicamente impegnativo e ad alta intensità di manodopera: circa l’80% delle pulizie sono svolte manualmente usando strumenti non motorizzati; per esempio, fare la polvere, spazzare e lavare i pavimenti. Per eseguire molti di questi compiti bisogna protendersi, compiere movimenti ripetitivi, assumere posizioni scorrette e compiere sforzi, il che genera un carico elevato sugli arti inferiori e contribuisce alla comparsa dei DMS. Anche la più semplice delle attrezzature – come una scopa – deve essere considerata in termini di requisiti dell’addetto alle pulizie come utente. Segnali importanti della comparsa di DMS dovuti all’attività lavorativa comprendono:

  • aumento delle assenze per malattia
  • dolore e fastidio riferito dagli addetti alle pulizie
  • problemi riferiti dai rappresentanti sindacali/ della sicurezza
  • addetti alle pulizie che modificano le attrezzature di lavoro
  • riluttanza a eseguire determinati compiti.

Quando emergono questi problemi, i datori di lavoro devono adottare misure volte a prevenire ulteriori danni; tuttavia, sarebbe molto meglio se il datore di lavoro si impegnasse a individuare e affrontare attivamente i rischi prima che un lavoratore si faccia male. I sintomi dei DMS possono presentarsi all’improvviso oppure l’esordio può essere graduale. Tra i sintomi iniziali rientrano:

  • formicolio e torpore
  • dolori diffusi
  • spasmi muscolari
  • gonfiore e indolenzimento.

I casi gravi di DMS possono provocare un’invalidità permanente. Il personale dovrebbe riferire i sintomi quanto prima, in modo da ricevere un trattamento medico tempestivo e ottenere un miglioramento delle condizioni lavorative, e quindi poter tornare al lavoro senza correre il rischio che il problema si ripresenti.


Fonte: Cleaning Communitywww.cleaningcommunity.net