Acqua limpida, senza alghe né microrganismi patogeni e senza odore di Cloro. Ecco i parametri fondamentali, con alcuni consigli di gestione utili per raggiungere questo obiettivo,

In questo breve articolo, faremo riferimento ad alcuni aspetti fondamentali della gestione e buona costruzione di una piscina. Per questo ultimo aspetto è necessario fare riferimento alla norma UNI 10637 che si può reperire presso l’UNI, Ente Italiano di Normazione. Il titolo della norma è “Piscine – Requisiti degli Impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina”.

L’ottemperanza alla norma UNI è resa obbligatoria da quelle regioni che nel loro recepimento dell’Accordo Stato-Regioni del 16 Gennaio 2003 la hanno chiaramente indicata. Per le altre regioni che (erroneamente n.d.r.) non l’hanno richiamata, rimane il fatto che la costruzione di una piscina per avere un riscontro anche legale per problemi di sicurezza e prestazionali, deve rispondere alla norma UNI 10637 che è considerata la “norma tecnica” di riferimento.

I due parametri fondamentali sono i ricircoli, cioè quante volte nelle 24 ore l’acqua deve passare attraverso l’impianto di filtrazione, cioè quale deve essere il minimo di ore in cui tutta la massa d’acqua deve passare attraverso i filtri. Per esempio, per vasche nuotatori, con profondità media superiore a 1.200 mm, il numero minimo di ore è indicato dalla norma UNI 10637/2016 in 4 (6 volte nelle 24 ore). Questo è il caso di moltissime piscine pubbliche o di alberghi, centri sportivi e simili.

Altro aspetto è la velocità di passaggio dell’acqua attraverso i filtri, che deve essere, per ciascuna tipologia di filtri, né troppo veloce, né troppo lento, in funzione anche della salinità dell’acqua (vedere Tabella del punto 5.3.4.1 della norma UNI 10637/2016).

Nelle attuali 33 pagine della norma UNI 10637/2016, sono presenti molte altre considerazioni ed invito il lettore a procurarsela per vedere se la propria piscina è stata costruita a “norma”.

Una “messa a norma” importante è quella delle prese di fondo per gli incidenti mortali che sono successi di persone rimaste intrappolate dall’aspirazione. Per questo, la norma UNI 10637 richiama la norma UNI Europea che consiglio di reperire presso l’UNI italiano.

La norma UNI 10637/2016 è attualmente in revisione dalla commissione UNI preposta e nel 2022 sarà pronta la nuova versione.

I parametri chimici fondamentali

Ammesso che la piscina abbia un sistema di trattamento “meccanico” di depurazione a norma UNI 10637, la qualità dell’acqua è condizionata fondamentalmente da 3 parametri ben conosciuti dai gestori. Ecco i valori ottimali.

  1. Clorazione con i livelli di Cloro libero da tenere a 1,3-1,5 mg/l
  2. Il pH da mantenere tra 7,2 – 7,5. Ideale 7,4 per la migliore funzionalità della Clorazione
  3. La concentrazione dell’Acido Isocianurico (Stabilizzante) quale residuo dell’uso dei prodotti contenenti questo composto come i Cloroisocianurati, da tenere con i seguenti valori: per le piscine scoperte la concentrazione ottimale dell’Acido Isocianurico è tra 20-30 mg/l, mentre per le piscine coperte è tra 10-20 mg/l.

La Clorazione deve essere eseguita possibilmente in continuo per avere costantemente, durante la giornata, il livello corretto di 1,3-1,5 mg/l di Cloro libero misurato con il test del DPD. Per questo si usano dosatori in continuo comandati da centraline con sonde o manualmente dal gestore.

La Clorazione di base è conveniente che sia effettuata con un prodotto clorante senza stabilizzante (senza contenere l’Acido Isocianurico) di preferenza l’Ipoclorito di Calcio che produce poca variazione del pH e della salinità.

Aggiunte manuali di Dicloroisocianurato sodico o l’uso di pastiglie di Acido Tricloroisocianurico, da mettere negli skimmer o per grandi piscine in “lambitori”, bilanciano la perdita dell’Acido Isocianurico, quando si fanno i controlavaggi dei filtri.

La funzione dell’acido Isocianurico è quella di controllare il consumo del Cloro in vasca causato dai raggi UV del sole e va misurato almeno una volta alla settimana.

L’uso dell’Ipoclorito di Sodio produce un significativo aumento del pH che deve essere corretto con molto Acido e della salinità che influenza sulla filtrazione, mentre gli Ipocloriti di Calcio, specie quelli HP ad alta purezza, li modificano poco.

Per mantenere i livelli su indicati di Acido Isocianurico in vasca, si deve clorare con un rapporto tra Ipoclorito di Calcio e Cloroisocianurati rispettivamente di 70/80 a 30/20 differente tra piscine coperte e scoperte, per esempio giornalmente usare 4 grammi/m3 di Ipoclorito e 1 g/m3 di Cloroisocianurato per le coperte e 5 g/m3 di Ipoclorito e 2 g/m3 di Cloroisocianurato per le scoperte.

Questa tecnica si chiama “Clorazione mista”. Con il consiglio dei fornitori e con un po’ di pratica si riesce a bilanciare facilmente la proporzione tra i due tipi di Clorazione.

Una Clorazione esclusivamente effettuata con i Cloroisocianurati è possibile. Tuttavia, sono necessari forti ricambi d’acqua (5-10% giorno, secondo l’utilizzo della vasca) ed il Cloro libero deve essere tenuto più alto e/o molto fuori i limiti di quanto previsto dall’attuale Tabella A. Per esempio, se si hanno 70 mg/l di Acido Isocianurico, il livello di Cloro libero dovrebbe essere 3,5 mg/l perché la presenza dell’Acido Isocianurico, benché utile, limita la capacità ossidante del Cloro, che viene così compensata aumentando la Clorazione.

L’uso anche di Alghicidi ad effetto coagulante è altresì appropriato con livelli di 1-5 mg/l (1-5 g/m3) di attivo di Poliquaternari in vasca.

È evidente che il gestore deve munirsi di appositi test kit. Vi sono oggi degli strumenti elettronici fotometrici che sostituiscono quelli a lettura visiva, di costo molto accessibile, indispensabili per la corretta tenuta dei parametri su indicati.


Fonte: Dimensione Pulito